Startup innovative in Toscana: Servono investimenti o imprenditori?

I giornali ci raccontano periodicamente dell’evoluzione del numero di startup innovative nel nostro paese dopo l’introduzione della normativa del Ministro Passera nel dicembre del 2012. In uno degli ultimi aggiornamenti è emerso che la nostra regione ha perso il sesto posto (sottolineo sesto) nella statistica delle imprese iscritte nella sezione speciale del Registro delle imprese della Camera di commercio. L’equazione che ne deriva è che avendo poche risorse disponibili per gli investimenti in capitale di rischio vi sono poche imprese innovative sul territorio. Nei fatti, le risorse anche per il seed capital non mancano, ci sono molti modi, occasioni e soggetti che mettono a disposizione i soldi per partire, purtroppo ciò che manca sono gli aspiranti imprenditori con i “numeri” che servono per intercettare queste opportunità. Le buone idee non sono che un punto di partenza, senza una validazione di mercato non si potrà mai ambire a raccogliere risorse dagli investitori, questo è un passaggio ignoto ai più (non a chi mette le risorse però). Sono veramente rari gli startuppari che hanno chiara la necessità di testare in maniera diretta e semplice se il problema/bisogno a cui vogliono dare la soluzione esiste davvero oppure è solo una loro per quanto meritevole ambizione o passione. Molti giovani si lanciano in improbabili pitch davanti agli investitori senza comunicare chiaramente ciò che loro stanno cercando, ovvero validare le proprie ipotesi ex ante. Se si continua per questa strada difficilmente potremmo mantenere il settimo posto a lungo. Nel nostro territorio, sembra venire meno la propensione imprenditoriale differentemente da com’era accaduto nel dopoguerra affermandosi come un territorio ad imprenditorialità diffusa. La capacità di interpretare il mercato, assumersi il rischio d’impresa, crescere gradualmente, collaborare e pensare in grande sono caratteristiche sempre più difficili da trovare. Le startup innovative sono un piccolo seme nel grande numero delle imprese del nostro paese, ma sono un modo possibile per mettere a frutto le competenze di molti giovani che hanno studiato e che possono far crescere già da giovani l’occupazione di altri giovani e trasmettere innovazione anche alle imprese radicate sul territorio.

Contributo a fondo perduto per efficientamento energetico delle imprese